Thailandia nella seconda guerra mondiale

Le direttrici principali dell'invasione giapponese della Thaliandia, che l'8 dicembre 1941 infranse la neutralità del Paese

La Thailandia nella seconda guerra mondiale adottò ufficialmente una posizione di neutralità, infranta dall'invasione giapponese dell'8 dicembre 1941 che portò ad un trattato di armistizio e alleanza militare tra la Thailandia e l'Impero giapponese. All'inizio della Guerra del Pacifico, l'Impero giapponese fece delle pressioni sul governo thailandese per consentire il passaggio delle proprie truppe per invadere la Malesia e la Birmania, controllate dai britannici. Il governo thailandese, con Plaek Phibunsongkhram (noto semplicemente come Phibun) ritenne proficuo collaborare e cooperare con le forze giapponesi, anche perché la Thailandia vedeva il Giappone – che promise di aiutarla a nella riconquista di alcuni territori indocinesi (situati nell'ordierno Laos, Cambogia e Birmania) persi con la Francia – come alleato contro l'imperialismo occidentale. Lo Stato si allineò all'Asse e dichiarò guerra al Regno Unito, Stati Uniti d'America e territori annessi nei paesi vicini, espandendosi verso nord, sud ed est, conquistando un confine con la Cina vicino a Kengtung.[1]

Dopo essere diventato un alleato dell'Impero giapponese, la Thailandia mantenne il controllo delle sue forze armate e degli affari interni. La politica giapponese sul Paese differiva dal loro rapporto sullo Stato fantoccio del Manciukuò. Il Giappone voleva instaurare delle relazioni bilaterali simile a quelle tra la Germania nazista e Finlandia, Bulgaria e Romania.[2] Tuttavia, a quel tempo la Thailandia era etichettata dai giapponesi come «l'Italia dell'Asia».[3][4]

Nel frattempo, il governo thailandese si divise in due fazioni: il regime di Phibun e il Seri Thai, un movimento indipendentista pro-Alleati che contava circa 90 000 guerriglieri.[5] Il movimento fu attivo dal 1942, e resistette al regime di Phibun e al dominio giapponese. I partigiani fornirono dei servizi di spionaggio agli Alleati, eseguirono alcune attività di sabotaggio e aiutarono ad organizzare la caduta di Phibun nel 1944. Dopo la guerra, la Thailandia ricevette poche punizioni da parte dei vincitori per il suo ruolo nel conflitto sotto il governo di Phibun.

La popolazione ebbe circa 5 569 perdite durante la guerra, e la quasi totalità di queste fu per motivi legati alle malattie. I morti in combattimento includono i centocinquanta nello Stato Shan durante la conquista giapponese della Birmania, i centottanta l'8 dicembre 1941 durante l'Operazione Krohcol e i cento nella breve guerra franco-thailandese.[6]

  1. ^ (EN) Ronald Bruce St. John, The Land Boundaries of Indochina: Cambodia, Laos and Vietnam, IBRU, 1998, ISBN 978-18-97643-32-7. URL consultato il 19 giugno 2020.
  2. ^ (EN) E. Bruce Reynolds, Thailand and Japan's Southern Advance 1940–1945, St. Martin's Press, 1994, ISBN 0-312-10402-2.
  3. ^ (EN) James F. Dunnigan, The World War II Bookshelf: Fifty Must-Read Books, Kensington Pub Corp, 2005, p. 16, ISBN 0-8065-2649-1.
  4. ^ (EN) E. Bruce Reynolds, Thailand's Secret War: The Free Thai, OSS, and SOE during World War II, Cambridge University Press, 2005, ISBN 0-521-83601-8.
  5. ^ (EN) Tim Lambert, A short history of Thailand, su LocalHistories. URL consultato il 19 giugno 2020.
  6. ^ (EN) Eiji Murashima, The Commemorative Character of Thai Historiography: The 1942–43 Thai Military Campaign in the Shan States Depicted as a Story of National Salvation and the Restoration of Thai Independence, vol. 40, 4ª ed., Cambridge University Press, 2006, pp. 1053–1096, DOI:10.1017/S0026749X06002198.

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